Mi ha sorpreso non poco, ma solo per l’anacronistco nascodimento, inusuale in un tempo di eccessiva mostra di sé, l’edizione dei “Novant’anni di storia dell’Azione Cattolica a Gratteri“.
A sorprendermi non è stato il contenuto, che per me era scontato, trattandosi di una rassegna del genio femminile gratterese in ambito religioso, ma il silenzio su uno splendido volume (grazie anche alla impostazione grafica e all’impaginazione) qual è quello che illustra la storia di una associazione che ha avuto in Gratteri una vita sempre all’altezza del suo ruolo statutario, sia riguardo alla organizzazione sociale, sia sul lato della formazione culturale.
Su questo secondo punto la sezione di Azione Cattolica della nostra parrocchia ha sempre spiccato in ambito diocesano. Qui l’istruzione catechistica – come emerge dallo excursus delle Presidenti che si sono succedute nel tempo – è stata sempre al primo posto e sempre al passo con l’evoluzione del Magistero ecclesiastico. E non solo, perché c’è stata anche la ricerca della identità che sul piano culturale generale deve sentire propria un cristiano impegnato nel sociale, quale deve essere anche e soprattutto il socio dell’Azione Cattolica.
Fin dal 1924 (data di costituzione del C.F.C.I) questo impegno si è espresso con iniziative avvedutamente volte a mettere in primo piano la importanza di una cultura cattolica largamente diffusa ad ogni livello, da quello accademico a quello ordinario, perché risultasse meglio recepito il messaggio evangelico.
Di ciò sono testimonianza assai autorevole le note (pubblicate in fotocopia nel volume) dei cofondatori della Università Cattolica, Armida Barelli e padre Agostino Gemelli, i quali si premuravano a ringraziare, con due cartoline scritte di proprio pugno, le associate di Gratteri per lo zelo profuso nella raccolta di fondi.
L’interesse per la cultura, religiosa e affine a questa, è stato sempre vivo e attuale nel Circolo Cattolico e poi nella Associazione di Gratteri, dove gli incontri formativi non sono mai stati sporadici e scriteriati, ma sistematicamente programmati e attuati secondo le linee tracciate dalla dirigenza nazionale.
Di ciò si sono fatti sempre carico gli assistenti spirituali, ossia i parroci pro tempore, i quali hanno fatto sentire la formazione come dovere ineludibile; soprattutto alle responsabili e alle catechiste locali, che hanno invitato perentoriamente a partecipare agli esercizi spirituali e ai ritiri organizzati dalla diocesi. In proposito – sottolinea Franca Cicero – “la partecipazione se poteva essere considerata facoltativa per tutte, veniva fatta sentire dal parroco come un dovere inderogabile per le responsabili e le catechiste”.
Le mutate condizioni del dopo Concilio Vaticano II hanno indotto non pochi a ritenere superato il ruolo dell’Azione Cattolica. Ove ciò si è verificato, si è trattato certamente di un errore. Perché nessuno dei movimenti nel frattempo sorti poteva sostituire quella che, per statuto e per carisma, era chiamata a interpretare i decreti conciliari sul ruolo dei laici, i quali – secondo il dettato del Concilio – “sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo”.
Questo ci ricorda Lucia Cannici, la quale aggiunge il passo della Lumen Gentium ove si dice che “i laici possono essere chiamati in diversi modi a collaborare più immediatamente con l’apostolato della Gerarchia”. Proprio come ha sempre inteso fare l’Azione Cattolica. Ragione per cui questa – dice ancora Lucia Canonici – “in quanto collaborazione dei laici all’apostolato gerarchico della Chiesa, occupa un posto non storicamente contingente, ma teologicamente motivato”.
Una affermazione, quest’ultima, che dice da sola la consapevolezza della propria identità in una presidente della associazione gratterese. La quale è stata, si, tra le esponenti di spicco, ma non è stata certamente l’unica, come si evince dalle ampie, pregevoli e articolate relazioni di chi l’ha preceduta e da chi l’ha seguita nella presidenza e nella militanza. Sono state tante.
E qui sarebbe lungo citarle tutte e ingiusto trascurarne qualcuna. Se prevale il genere femminile nelle citazioni, questo è dovuto al fatto che la componente maschile dell’Azione Cattolica a Gratteri non è stata mai o quasi mai visibile ed operativa.
La cosa non ci dispiace, perché una presenza così attiva e fattiva delle donne nella vita della Chiesa, mentre ci fa sentire orgogliosi per la tempra intellettuale, culturale e morale della donna gratterese, ci induce a dare ragione al Papa quando questi rivendica un ruolo sempre più evidente e incisivo del genere femminile nella vita ecclesiastica.