La chiesa di Santa Maria di Gesù, o “del convento“, fu edificata verso la fine del XII secolo fuori dal centro abitato per volere di Gilberto di Manforte.
L’edificio primitivo fu in seguito ricostruito e ingrandito: se ne conservano forse alcuni resti di muri disposti perpendicolarmente rispetto all’attuale edificio e una parte del muro esterno della zona absidale che s’incastona in una delle quattro finestre della torre campanaria. Sia il prospetto, sia il campanile, che ospita tre campane, sono di stile arabo-normanno. La torre campanaria si conclude con una cuspide ottagonale circondata da quattro merli posti agli angoli.

L’interno, a navata unica, è sormontato da una volta a botte, mentre una volta a crociera sovrasta il presbiterio. Nell’arco trionfale, che delimita le due aree, vi è raffigurato lo stemma francescano con la croce e le due braccia incrociate. Il catino absidale accoglie una nicchia che ospita il simulacro in legno policromo dell’Immacolata di autore ignoto, databile alla metà del XVIII secolo.
Sul muro interno del lato sinistro dell’altare principale vi è un monumentale mausoleo della storica famiglia dei Ventimiglia, alla cui contea apparteneva Gratteri. Si tratta di un documento lapideo ricco di informazioni sul ramo gratterese della dinastia dei Ventimiglia. In esso oo sintetizzati, nella successione cronologica dei baroni di questa terra, ben due secoli di storia del nostro paese, dal 1418 (data di investitura del barone Francesco III) al 1621, data della scomparsa di Pietro II.
Fiancheggiano l’area presbiterale due tele settecentesche, raffiguranti quella sul lato sinistro San Giuseppe da Copertino che levita dinanzi a papa Urbano VIII, e quella sul lato destro la glorificazione di San Francesco.

Lungo la navata, illuminata da finestre semicircolari, delle semplici rientranze nelle pareti ospitano gli altari laterali, oltre a dei confessionali barocchi, sopra i quali sono collocate due tele a forma ovoidale che ritraggono gli arcangeli Michele e Raffaele. Sul lato sinistro sono collocati una tela raffigurante San Francesco sul monte della Verna mentre riceve le stimmate e a seguire il Crocifisso ligneo di ignoto autore degli inizi del XVIII secolo. Frontalmente è collocata la tela raffigurante la Madonna, Regina degli Angeli tra i santi Francesco, Chiara, Carlo Borromeo, Alfonso Maria de’ Liguori, Elisabetta d’Ungheria e Teresa D’Avila, firmata da Luigi Borremans, figlio del più noto fiammingo Guglielmo, databile alla prima metà del XVIII secolo. A seguire si trova la tela raffigurante Sant’Antonio di Padova con il bambino Gesù, anch’essa databile al XVIII secolo.

L’aula è circondata da quattordici piccole tele raffiguranti le stazioni della Via Crucis. Merita inoltre di essere evidenziata la statua marmorea della Madonna col Bambino, dalle modeste dimensioni, attribuita a Domenico Gagini e databile all’ultimo quarto del secolo XV. Si conservano, inoltre, altre tele, dalle modeste dimensioni, raffiguranti San Giuseppe, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio di Padova, l’Addolorata e Santa Margherita da Cortona, realizzate tra il settecento e l’ottocento.
Alla Chiesa vi era annesso il convento, oggi sede del palazzo municipale, che dal XVI sec. al 1886, ininterrottamente ha ospitato i Frati Minori Conventuali. Tuttavia, è probabile che vi sia stata, nei secoli precedenti, la presenza dei Benedettini, così come nel vicino Convento di Gibilmanna, tra l’altro fondato da Padre Sebastiano da Gratteri.
Posto sulla cantoria, sopra la porta d’ingresso, è l’organo risalente al XIX secolo. Degni di nota sono infine i resti dell’antico pavimento maiolicato realizzato a Collesano all’inizio del ʼ700.